martedì 30 novembre 2010

Come Quando Fuori Piove

La pioggia fuori, che sbatte sulle finestre quando sei nel suo letto, è una cosa diversa.
Dentro caldo, fuori freddo. Tutto qui, molto semplice e senza i soliti compromessi contorti della vita.

Lei sta sdraiata sotto il piumino e con la schiena nuda a portata di labbra e dorme, forse sogna e io invece sono qui seduto come uno stronzo che pensa.

Potrei rivestirmi e andare via così senza salutarla, ma oggi fuori piove e io rimango qui seduto come uno stronzo che pensa e questo mi pare di averlo già detto.

Andiamo avanti.

Alzare il piumino e guardargli il culo così solo per noia sarebbe uno spreco. Un culo poi non lo si guarda così e basta  come farebbe un adolescente che sbircia quello della cugina in un pomeriggio d'estate.

E quindi che fai?

Aspetto che finisca la pioggia. Mi sdraio accanto a lei e dormo.

Sogno.

domenica 28 novembre 2010

Lamore

Stanno sedute lì e leggono mattoni di carta ogni mattina. Si aprono le porte della metro, tu entri ed ecco una o due che stanno lì leggersi il romanzone.

Lui mi mi guardava negli occhi e io lo guardavo negli occhi e tutti e due sospiravamo e pensavamo a quanto eravamo, siamo e saremo innamorati.

Che c'è non vi va bene? Ci sono tanti blog così qui intorno che vi fate una cultura enciclopedica sull'amore che pure quelli che se lo sono dimenticati nell'utero della mamma, l'Amore, hanno la possibilità di recuperare a settembre.

Tu sei misogino.

No, io sono solo realista e non credo a Babbo Natale quindi niente doni qui sotto, intesi?

venerdì 26 novembre 2010

Volare

Quando sono su un aereoplano e aspetto che decolli sono sempre emozionato e non perché ho paura di volare. No, tutta l'emozione viene dal lasciare qualcuno o perché rivedrò presto qualcuno.

Proprio ieri un mio caro amico grande fumatore, mentre bevevamo in piedi al freddo e guardavamo divertiti qualche amica entrare dentro il pub, mi diceva di sue storie recenti con una tipa di Parigi che lo faceva soffrire. Eh ma lui è un duro, uno forte, uno che le donne se le mangia a colazione, uno che gli vedevi gli occhi lucidi che a momenti piangeva.

Ma no cosa vai a pensare era il freddo e tutto quel vino e poi ci siamo fatti un sacco di risate, perché le donne è meglio lasciarle stare. Si sta bene tra noi ragazzoni un po' cresciuti e irresponsabili.

Tu dici?

Certo ora però entriamo che fa freddo.

Signore e signori, qui è il comandante che parla e vi da il benvenuto e vi augura buon viaggio.

giovedì 25 novembre 2010

Sms

Uso gli sms come un'arma. Se ci fate caso intorno a voi vedrete sempre qualche donna che smanetta in modo frenetico su un cellulare per mandare sms a qualcuno. Al ristorante, per strada, dovunque c'è sempre una ragazza che sorride oppure che ha gli occhi tristi per il messaggio appena ricevuto. Una malattia.

Noi uomini no, siamo meno malati di sms. Io rispondo se mi va e quando mi va e se voglio fare lo stronzo rispondo dopo molte ore. Uso gli sms come un'arma, appunto.

Non penso di essere forte quando lo faccio, anzi penso che in parte sia pura isteria che mi viene inoculata da certi comportamenti femminili che ora no sto qui a dire. Continuo a fare quello che devo fare e poi rispondo al suo sms.

Io preferisco sentire la voce e non credo che ci sia bisogno di spiegare il perché. Qualcuno mi dica invece che c'è di affascinante in quella vigliaccata di messaggetti scritti che sono tutt'orecchi e sono pronto a ricredermi.

Forse.

mercoledì 24 novembre 2010

Fatti sentire

Tu dici amico mio falla ridere, che non lo vedi come ti guarda? Sì, ma io oggi non ho voglia. Ho troppi pensieri per la testa, troppo jazz o forse troppo vino. Sono cupo dentro come un' ombra in strada d'estate. Se fossi un cantante ci scriverei un pezzo su quest'ombra.

Eh ma tu sei stonato.

Ecco appunto, che alle donne piacciono le canzoni e io nemmeno quello so fare.

Mi manca il pane, la pasta e qualche surgelato e forse qualcosa che il carrello non può contenere.

Adesso piantala che stai cadendo sul melodrammatico e lo sai che non è da te. Adesso chiudo. Fatti sentire.

Ciao.

Wasabi

Ho scoperto da poco che una donna la puoi giudicare da come prende in bocca il pesce.

Il sushi, che poi ora va tanto di moda, ha dei piccoli passaggi, piccoli segnali quasi impercettibili, che dicono molto di lei. Come impugna le stanghette? Come usa la salsa di soia e quanto gli piace il wasabi?

Ecco, il wasabi, che brucia in gola, o una cosa simile che poi mica è peperoncino che dici brucia. Insomma il wasabi è mio amico e mi fa vedere bene che cosa fa la tipa che ho davanti, quando lo sente tra le labbra e la lingua. Alcune stanno zitte, impassibili, neanche avessero la bocca fatta di amianto. Altre col cazzo che ti ci porto a mangiare il sushi che poi mi fai ste scene tipo: passami l'acqua ti prego, ti prego.

Il sushi è un cibo primitivo, freddo e forse afrodisiaco. Mi giro e vedo altre donne accanto che agguantano, mordono e certe volte si impastricciano le mani di salsa. Tutte queste bocche che si storcono e si spalancano mi rapiscono. Non mi faccio notare e le guardo con la coda dell'occhio, mentre la mia lei davanti è pronta ad arpionare il prossimo pesce.

Ora che ci penso il pesce mi mette troppa voglia! O forse saranno quelle cazzo di alghe nere intorno?

martedì 23 novembre 2010

Pucci pucci

Ci fossero solo le donne e invece si sei pure te che ti guardi allo specchio mentre ti fai la barba e che fai finta di non guardare le rughe.

Sul comodino vibra il cellulare, un sms. Torno dal bagno con la faccia che sa di menta. Lei ha da fare, stasera non viene, scusami, pucci pucci.

fanculo.

Mi rioccupo di me che è meglio e poi sta cazzo di menta dalla faccia non si toglie. La facessero alla fragola almeno la schiuma da barba.

pucci pucci.

Lasciamo perdere va, che è meglio.

 

lunedì 22 novembre 2010

La tua schiena nuda la sera prima

Correvamo come pazzi verso la Stazione Centrale, perché avevamo fatto tardi al mercatino e prima ancora  eravamo in ritardo al mercatino perché eravamo rimasti un po' ad assaporarci nel  tuo letto. 

Tutto quel metallo argentato sfrecciava veloce per le strade di Milano ed io mi sentivo un piccolo delinquente e per l'eccitazione contavo a mente le lentiggini sulla tua schiena nuda la sera prima. 

Le ho contate forse venti volte, dalle tue spalle al tuo culo.

domenica 21 novembre 2010

Un po' di lei

Al mattino lei si sveglia, distende le braccia e sbadiglia. I capelli sono scomposti, qualche capello bianco che fa tenerezza. Non c'è trucco e non c'è inganno, solo un' umana che ha scelto di condividere con te anonime lenzuola di cotone.

Tutto è una fotografia che si sviluppa lentamente come fosse una polaroid degli anni 70, perché le tue pupille faticano a mettere a fuoco.

Odori. A volte il suo profumo, quasi impercettibile, più spesso quello naturale, quello della sua pelle.

Appena lei è in bagno a cancellare gli effetti della notte sul suo volto, io animale, cane da tartufo, rapido immergo il mio naso nel suo cuscino.

Esco portando con me un po' di lei.

sabato 20 novembre 2010

Cos'è pornografico per una donna?

Siamo tutti convinti che il sesso sia una questione di umori. Le parole cazzo e fica sono usate come sale da cucina per condire vite insipide.

Cos'è pornografico per una donna?

Il desiderio, ecco questo è oscenamente cercato da molte donne. Avere un bel corpo maschio aiuta, ma avere la sfrontatezza, la sicurezza di chiedere direttamente, ti voglio è il punto.

Il cavallo di Troia può essere impercettibile. Notare uno smalto nuovo oppure un paio di scarpe. Notare evidenziare, metterla al centro dell'attenzione.

Non troppo però, bisogna sapersi distaccare. Sale quanto basta.

venerdì 19 novembre 2010

Venerdì sera

Venerdì sera è come il sabato del villaggio perché ci si prepara ad uscire. Uscire per affogare in un bicchiere di vino la realtà che ci sta stretta.

Un sms poco fa, leggo che farà tardi, come sempre. Ma tu aspetti, perché ti tocca aspettare. Saper aspettare è tutto, è preparatorio. Arriverà in macchina al solito incrocio con venti minuti di ritardo rispetto al suo ritardo annunciato.

Il tempo di uno scusami e andiamo.

Il quartiere degli studenti e pieno di pub e vinerie, ma il parcheggio sarà un mezzo disastro, in troppi desiderano godere.

Saper parlare del nulla e dire tutto è un'arte che lei conosce benissimo e io, come mio solito, barerò versando Cabernet Franc nel suo bicchiere.

Cos'è che mi attira di questa donna? Me lo domando ancora.

Ora esco.

Le gambe delle donne

Per tutta la vita ho avuto una fissa per le gambe delle donne. Certo il resto è importante, però le gambe sono ipnotiche. Le gambe delle donne, sia con le calze sia senza, mi turbano più di quanto io stesso voglia ammettere.

Sedere accanto ad una donna che guida, specie in estate, è un esercizio faticoso. Quelle gambe si muovono, si devono muovere per via del cambio e per di più non si è nella posizione felice di poterle guardare direttamente. Magari si discute, si chiacchiera del più e del meno e però complice un sorpasso il mio occhio fa piegare la testa per un secondo almeno.

Se poi a guidare è la tua donna, sei autorizzato a poggiare il palmo della mano sulla sua coscia e la cosa finisce lì a meno che l'incidente sia nei piani del tragitto.

Ultimamente, causa pantaloni, ne ho viste poche di gambe ed è per me autunno in tutti i sensi.

mercoledì 17 novembre 2010

Il metro del desiderio

In metro ritorno a casa e ad ogni fermata si aprono le porte lasciando entrare impiegate, commesse, segretarie, insomma tutte quelle che raggiungono qualcuno o forse nessuno. Una di loro la guardavo questa stasera. Avrà avuto quarant'anni, forse cinquanta.

Non era certo una bella donna eppure aveva qualcosa. Boh non so, non ci ho pensato tanto, era tutto automatico. Leggevo due righe e poi gli davo un'occhiata di sfuggita.

Il desiderio nasce così, inaspettato. Tu ti stai vivendo la tua vita, entri in un bar, bevi un caffé ti giri e tac vedi quella sconosciuta.

Lei poi è scesa tre fermate dopo ed io ho proseguito dritto verso la mia cena.

Fare la spesa

è fare i conti anche con la propria vita. Si sta in fila ad aspettare come pinguini in Antartide. Pause utili per organizzare o credere di poterlo fare.

In file le guardi tutte indaffarate - si può dire indaffarate? Sembra una parolaccia - mentre infilano i barattoli nel carrello o mentre si mangiano con gli occhi il pescivendolo. Sposate con mariti tristi che tornano la sera dal lavoro o peggio con colleghi fessi, che se anche cambi smalto rimani la Roby.

I supermercati sono diventati alcove virtuali, sguardi goduriosi e lingue che si spalmano umide sulle labbra rosse da ufficio. Io le gosservo e... peccato che adesso le gambe sono state messe via per la prossima estate.

Loro pensano alle rughe del volto e io penso ai loro sguardi.

Sopra ho scritto gosservo, ma lo lascio così, è un lapsus godo e osservo!

Passata la notte

Finito il caffé - già cominciare così non mi piace, il caffé va bene è questa frase che... ma non ho tempo - ho pensato che gettare schizzi di pensiero qui, così alla cazzo di cane, alla rinfusa senza un' idea, un progetto non mi porterà molto lontano.

Non mi va di farlo diventare un lavoro, ho già altri pensieri per la testa. Devo capire se scrivo per me solo o per soddisfare le voglie o ammazzare le noie di qualcun altro.

Ora mi guardo in giro, leggo gli altri, le altre soprattutto. Mi domando chi siano, come sono fatte fisicamente, magari sono dei cessi oppure no. Qui è tutto finto, un gioco. Forse.

martedì 16 novembre 2010

E siamo a due

Ho leggiucchiato qui in torno e come immaginavo un turbinio di aggettivi e ansimamenti. Ce ne fosse uno o una che scrivesse di quando ha preso la moka e si è fatta un caffé. Pure fare l'insalata o lavare i piatti ha più eros di certe storie d'amore infranto o di sesso tutto sesso oppure vedo e non ti vedo, che ho letto in giro.

Mi interessano le donne - oh non solo la fica intendiamoci - e qui lo sport nazionale è: io, te, lui e lei, noi. lei lei etc. perciò ho traslocato da queste parti. Mi interessano le donne perché mi interessano le donne, punto. C'è chi si fa di calcio o di cocaina io mi "faccio" di donne.

Esagero? No! Farsi non significa sempre avere accesso alla propria droga in grosse quantità. Come dicevo è una questione di mente e la qualità conta più della quantità. Solo ai cani interessa ficcare in giro.

Non lo so come si svilupperà questa cosa.

lunedì 15 novembre 2010

Punto primo

Se iniziassi dicendo che le donne hanno bisogno di cazzo tradirei la mia natura e quindi non lo faccio. Odio la banalità, le frasi fatte e la gente stupida. Qui intorno di scribacchini frustrati e repressi ce ne sono a pacchi.

Mi interesso solo di donne speciali, quelle che appena ti avvicini senti subito che c'è qualcosa di anomalo. Il sesso, lo sperma e la fica, insomma tutte quelle cose lì che fin da quando siamo piccoli ci dicono di evitare, beh sono roba da impiegato d' ufficio frustrato. Il  sesso si fa con la testa e certe donne te le scopi prima ancora di portartele a letto.